di Anton Cechov
regia Claudio Orlandini
con Cinzia Brogliato, Carola Boschetti, Paola Casella, Michele Clementelli, Luca Chieregato, Davide Del Grosso, Federico Gobbi, Chantal Masserey, Leo Mignemi, Marzio Paioni, Claudio Orlandini, Laura Rostiti, Carlo Zerulo.
scene Anna Bertolotti
costumi Alice Di Nuzzo
direzione musicale Gipo Gurrado
trucco Beatrice Cammarata
luci Fausto Bonvini
datore luci Luca Liberatore
foto di scena Roberto Rognoni
Pensa a Shakespeare. Un teatro di eventi: duelli, matrimoni, litigi, uccisioni, imprese, congiure… Un pieno continuo attraverso il quale i personaggi si muovono, e grazie al quale si delineano. Čechov, no. Una delle specificità del suo teatro è l’apparente assenza di accadimenti, a tal punto che quando avviene qualcosa di eclatante, accade fuori scena, come le uccisioni nella tragedia greca.
Ma allora dove sono gli eventi nel teatro di questo maestro russo?
L’evento è la vita dei personaggi: i loro pensieri, i desideri frustrati, le voglie non dette e le paure indicibili. Un’esistenza in battute, a volte così densa e compressa che quando viene esternata risulta in un primo momento grottesca, per poi essere riconosciuta come naturalistica. Čechov richiede all’attore di vivificarsi, di mettere continuamente in relazione
la propria vita con quella scritta sulla pagina per far apparire l’umano contenuto in ogni personaggio. E’ per questo che Stanislavskij, nello sviluppare il suo metodo, lo ha voluto al suo fianco: regista e drammaturgo richiedevano all’attore lo stesso compito.
Dopo nove anni dalla messa in scena di “Il Giardino dei Ciliegi”, il Comteatro ha deciso di tornare ad indagare l’autore russo, e dopo un esplorazione tra gli atti unici e i racconti, ha concentrato la sua attenzione su “ Tre Sorelle”, penultimo dramma della produzione cechoviana.
L’intento è stato quello di accogliere tutta la complessità dell’opera, mantenendo il testo integrale, comprese le didascalie, per assecondare Cechov nel suo incessante desiderio di raccontare un dramma con i colori della commedia. Nel nostro stile abbiamo messo l’attore al centro di tutto, lo spazio vuoto, pochi elementi e i suoni, come la musica; tutto sgorga del lavoro attorale, dal canto corale, dall’uso dal vivo di strumenti musicali. Il corpo dell’attore nello spazio è impegnato ad esplorare, a scavare profondamente la poetica di A. Cechov: l’impossibilità del futuro, la difficoltà delle relazioni, la disperata mancanza d’amore, nello sfondo di una provincia russa dove la vita affossa e soffoca le speranze delle tre sorelle.
Siamo agli inizi del Novecento, in una casa abitata da tre sorelle e un fratello. Una casa piena di militari che, non avendo una guerra da combattere, si annoiano, si innamorano, si ubriacano, scherzano e litigano. Come le sorelle. Fuori dalla casa funerali, incendi, sposalizi, nascite. I personaggi portano in scena la vita raccolta fuori e la usano per riempire lo spazio tra loro; le parole creano spazio, vuoto, incidono la vita e fanno nascere continue relazioni… i rapporti sbocciano, fioriscono, precipitano, muoiono. A volte in un respiro, in un silenzio, a volte fuori scena, lontano dagli occhi. Ma l’eco che lasciano si fa gesto, azione di scena, musica, dramma.
NOTA TECNICA
Palcoscenico\ spazio scenico
Dimensioni 10mX10MmX 3m
Dimensioni minime 6.5mX6.5mx3m
Carico luci: 20KW
Tempi
Tempi di montaggio: 8 ore
Tempi di smontaggio: 2 ore
Durata spettacolo: 70 minuti I tempo
Intervallo
60 minuti II tempo
SIAE
Musiche di scena depositate
Testo Depositato Tre Sorelle di A. Cechov, (te) Claudio Orlandini 911379A
Lo spettacolo è rappresentabile anche in spazi non teatrali.