di Anton Cechov
regia di Claudio Orlandini
con Giulia Bacchetta, Carola Boschetti, Monica Barbato, Luca Chieregato, Claudio Orlandini, Marzio Paioni
scene e costumi Anna Colombo
luci Fausto Bonvini
trucco Beatrice Cammarata
musiche Gipo Gurrado
foto di scena Roberto Rognoni
Il giardino dei ciliegi è la storia di una famiglia nobile, di fine secolo, che avanza verso la rovina senza rendersene conto; possiede un giardino tutto bianco che sta accanto alla casa, e aspetta di essere abbattuto. Tutti dicono di amarlo, ma nessuno fa niente per salvarlo. Così, un ricco mercante riscatta la propria infanzia di schiavo acquistandone la proprietà.
La pièce – scritta dal drammaturgo russo Anton Cechov fra il 1902 e il 1903 – fu allora presentata al pubblico come una commedia; invece oggi per la nostra esperienza di lettori e spettatori quest’opera risuona come una metafora struggente
della condizione umana. La vicenda narrata simboleggia il declino di una borghesia che cede il passo al fermento della rivoluzione; mentre, silenziosa, scava in profondità la
tragedia intima di un’umanità fragile e incapace di comprendere il proprio vivere. Piuttosto preferisce dimenticare, distrarsi, porgere lo sguardo altrove.
Lo spazio vuoto si anima mano a mano; entrano i servi muti, preparano l’arrivo dei padroni, aprono il luogo dei bambini: la camera che racconta la difficoltà di allontanarsi dal “bel tempo passato”.
La scelta è di una partitura di movimento, dove gli attori sono contemporaneamente prima servi silenti – spettatori privilegiati di un mondo che si sgretola lentamente – per poi divenire personaggi che raccontano la loro umanità leggera e decadente; figure sospese tra il passato e il presente.
Dall’alto cadono veli bianchi, alberi morti che raccontano in una atmosfera poetica, la scena minima, un’epoca che si perde, la leggerezza dell’essere e la lievità recitativa.
Comteatro sceglie di affrontare questo capolavoro del teatro moderno, a più di cento anni dalla morte dell’autore, nel tentativo di renderlo possibile ancora oggi. Lo spettatore viene immerso all’interno della casa, del giardino, a pochi passi da coloro che raccontano la tragedia. Presto lo spettacolo abbandona il piano della realtà per diventare baluardo dell’infanzia perduta, angolo dei giochi, luogo della memoria e della sospensione. I personaggi attraversano la scena con la leggerezza che li contraddistingue e che svela lentamente le inquietudini che ognuno di loro nasconde sotto la pelle.
Il giardino dei ciliegi_scheda pdf
NOTA TECNICA
spazio scenico
dimensioni minime 6mX5mx3m
carico luci: 20KW
graticcio, o americane su palco minimo tre su tutta la profondità
tempi
tempi di montaggio: 8 ore
tempi di smontaggio: 2 ore
durata spettacolo
80 minuti